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EMOZIONI MUTE
Incapace di comprendere,
carico di un peso di saggezza, ti amo.
Ti perdo.
Come la nebbia primaverile che si frantuma sotto il sole di acciaio,
ti perdo.
Emozioni silenziose,
nuvole spezzate,
un invito al sogno,
quell’incanto magico,
che accese i nostri baci.
Ti amo.
Ti amo come la luce,
e ti perdo tra le ombre di una malinconica notte di maggio.
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DESIDERIO
I tuoi nei,
Un cielo astratto,
Ma la luna è insignificante,
Posata sul tuo seno.
Baci, baci,
Senza respiro tra loro.
Le mie labbra sono specchi del cuore,
La mia lingua un velo di dolce veleno.
Le tue gambe sono albe dischiuse,
Mi immergo completamente nel tuo profumo,
Il mio nascondiglio segreto.
Il delirio trema,
Come un’onda,
Nel chiarore umido del desiderio.
Tu sei il mio dio.
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..FINO AL MARE
Il mare mi suscita timore,
Bagliori dell’alba si impadroniscono dell’amore.
Cammino al tuo fianco,
E cedo,
Mi vedo soccombere, Annegare,
Nei nuovi colori
Del mio cielo grigio.
Complici dell’inevitabile fine,
Di noi,
Di te che mi offuschi,
Oscurando la mia anima,
Chiedo alla notte
Di mentire alla luce.
Mi abbandono alla gioia,
Scivolo nel dolore,
Finché raggiungo il mare.
Ma non mi fido di questo mare.
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SIBILO
In una periferia avvolta dal letargo,
i passi dell’anima si trascinano.
Seminano inquietudine in me,
e in te che respiri l’attesa.
Il vento flagella una mattina silenziosa,
un lutto di luce si posa su letti macchiati di solitudine.
L’inguine dell’estate si fa freddo,
per due bocche che cercano,
per due poesie senza parole.
Ormai le notti sono tinte,
venate dalle candele della resistenza,
ma il tuo sibilo le spegne,
e l’oscurità avvolge tutto ciò che resta.
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NOTTURNO
Pesa sulle mie palpebre,
il peso immenso dell’oscurità,
mentre mi immergo nel buio di questa luna piena,
che ci volge le spalle.
Il silenzio urla la tua assenza,
un grido muto di malinconia,
che risuona nel ricordo
delle nostre labbra,
una carezza rimasta posata.
La notte si fa pesante,
un mare di onde nel vento,
un sudario di felicità perduta.
Il mio cuore è un mantra malato,
che riecheggia l’anima del dolore,
come un vento impazzito.
Senza di te,
Amore
non mi riconosco più,
sono perso nell’abisso
della tua assenza che mi consuma.
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RITRATTO
Algebra di opposti,
Un velo di note che il tempo consuma.
Sono un’ombra che striscia,
Imprigionato nel buio da una luce estranea.
Nella tua saliva e sulla mia pelle,
Persiste l’odore intenso di noi,
Quando la vita era nostra.
Tra le tue parole e la mia disperazione,
Si staglia la minaccia della distanza.
Tu approdi nei miei pensieri,
Come una malinconia silenziosa,
Come un ritratto dipinto dal sole.
Questa sera,
le mie lacrime sul cuscino,
Sono vane e senza consolazione.
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PETALI
Come una vittima sacrificata,
mi confondi con la falsa felicità,
mi chiami amore
anche quando non sono tuo.
Mi sveli,
mi immergi nel desiderio,
cerchi la vita nelle pieghe del tempo.
Mi sorridi,
mentre ti perdi nel vuoto,
confusa e smarrita.
Ti guardo,
combatto e corro dietro a te, per te,
mentre i giorni mi sfuggono dalle mani.
Il cielo, anche quando è limpido,
sembra privo di speranza,
mentre raccoglierò uno dopo l’altro
i petali dell’anima che mi hai donato.
Il tuo volto sorridente
si confonde con i fiori di pesco in fiore,
mentre gemiti di violini
risuonano nel vuoto del silenzio,
per quei giorni che vorrei dimenticare.
Ho attraversato l’oscurità,
ho superato ogni ostacolo,
per poterti amare davvero,
ma ora mi trovo solo,
perso nell’abisso dei ricordi.
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DANILO
Gocce di pioggia confondono le lacrime di un pomeriggio di primavera. Il tuo cammino, appena iniziato, è ora senza tempo. Il sole pare toccarti dove il pendolo rallenta. Ti vesti di quel vento che soffia forte alle tue spalle, mentre la fine ti bacia nell’inganno della vita. Oggi amo il cielo di una notte che alba non conosce. -
LA LACRIMA DEL VIOLINO
Odio e sensualità si intrecciano
Nella triste danza della vita,
Come un’onda che ascolta il vento,
E il suono di un violino suonato nel silenzio.
Mi volto e sento la mia coda bruciare,
Consumata dalla mia stessa benzina,
Nella fiamma dei peccati che mi tormentano.
Una lacrima lacera sgorga
Da occhi vitrei, privi di vita,
Persi nel vuoto,
nel ricordo di ciò che un tempo fui.
Bambino tenuto prigioniero,
Uomo incatenato alle proprie colpe,
Mentre distruggi il preludio delle mie parole.
I ciliegi si vestono di bianco,
Il vento sovrasta le nuvole,
La parola si fa silenzio,
E l’oscurità si maschera da ombra,
Per non perire ancora una volta.
Ma nel mio buio ci sono stelle,
Dei piccoli punti di luce che persistono,
Ricordandomi che c’è ancora speranza,
Anche quando tutto sembra perduto.
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CAREZZA
Strade abbandonate nell’abisso,
Nel silenzio assordante del cielo.
Il mare ritorna in un moto agitato,
La voce regina che si infrange tra le onde.
Volti innamorati e labbra segnate dal dolore.
Nel fruscio dell’aria,
Sulle tue gambe riposa una mia carezza,
Ma il tempo ci trattiene,
Nell’artigliare di un giorno che graffia l’anima.
Siamo prigionieri di questo eterno tramonto,
Incatenati alla malinconia che ci avvolge,
Mentre il tempo si dilata e si consuma,
Nel crepitare delle nostre speranze perdute.