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ECLISSI DELL’ANIMA
Fievole è il tuo viso,
tremule le mie mani,
agitanti, agitanti,
su un corpo immobile,
in attesa del sussurro più intenso,
quello del tuo cuore.
Ora sono immobili le tue mani,
mentre il tuo cuore
sospira il mio amore.
Rapide ora le tue labbra,
che mi cercano
tra lenzuola calde.
Ti aspetto dentro di me.
La tua anima agitata,
il mio istinto cede il passo,
rapito dall’amore,
dal frastuono,
dai nostri profumi.
Mi dissolvo in te,
silente Dea Lunare.
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A CATHERINE
Consumami.
Afferra il mio amore
come il sole afferra una nuvola.
Attraversami e agitami.
La mia mano è qui, stringila con forza!
Tira di me, trascinami
e violami, se necessario.
Io ti lascerò fare.
Oppure aspettami,
ma in silenzi assordanti,
con una compagnia distante.
Incontra il mio sguardo,
e trema, trema dentro di te,
come io trema di te.
Non dire una parola,
tutto è stato detto.
Soffiami dentro
come se fossi vento,
come il vento.
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AMAMI!
Sei il sangue che scorre sulle spine della mia pelle,
tu sei il sangue, il mio stesso sangue.
Farfalle d’acciaio nel mio stomaco,
sospiri che si perdono oltre il tempo.
Le mie mani afferrano il tuo corpo,
come se fossi l’unica salvezza.
Squarci le mie tenebre,
come un raggio di sole che penetra l’abisso.
Brucio per te, brucio di te,
un fuoco che consuma il mio essere.
L’unica via d’uscita che vedo,
è seguire le correnti che tu mi offri.
Spara lacrime,
lascia che il dolore si manifesti,
e amami nonostante tutto.
In questo abbraccio di malinconia,
cerchiamo la speranza in un amore sfuggente.
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IL VOLO
Un’eco di voce angelica,
risuonava come un sussurro.
Era tu, diceva… eri tu,
e i nostri sguardi si intrecciarono,
bruciando di una
fiamma improvvisa.
Sconvolti dal nuovo,
impreparati all’inesorabile.
E ora, mia musa,
sei perduta in quella
terra senza tempo?
Hai perso il tuo ritmo?
Prendi la mia mano e danza,
cerca la luce che si nasconde.
Torna da me,
riporta con te
il tuo amore celestiale.
Ma forse,
celestiale non è la parola giusta,
questo strano sentimento,
amarezza nel suo dolce abbraccio.
Non spezzerò le tue ali,
ma ti prego,
guarisci le mie,
che sono ferite che sanguinano.
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ATTRAVERSO
Un profumo avvolgente mi trascina in mari elettrici,
un navigatore solitario alla mercé delle sue maree.
Seduzioni ritmiche mi attirano,
come un lupo che canta alla luna,
trascinandomi nella mia decadenza.
Sono come un bambino,
con le lacrime che solcano il viso,
le mani strette sul suo giocattolo rotto.
Sono il cecchino del mio dolore,
l’arma e la ferita che mi tormenta.
Sono una fotografia mai nitida,
un’immagine sfocata nell’oblio.
Un profumo illecito che si nasconde,
una complessità celata nella più umile semplicità.
Il mio capolavoro non ha mai avuto una firma,
una creazione senza riconoscimento,
svanendo nell’oscurità senza un nome.
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BISOGNO DI LUNA
Intrappolato,
vivo e grido nell’incantesimo che mi hai tessuto,
felice vittima del tuo amore.
Sazio di te,
vivo appagato della tua essenza,
gioisco tra le curve dei tuoi fianchi,
e rinascendo nel riverbero
incantevole della tua risata.
Sole oscurato e luna colma.
Solo noi,
io e te,
in un’eterna melodia.
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IMPRONTE DI TE
Corda di pelle,
croce che mi imprigiona.
Sputi su di me il tuo sudore,
mentre i nostri cuori si sfiorano.
Regali il tuo seno al mio petto,
ci avvolgiamo di nuovo,
nella gioia fugace di un amore
che lascia solo impronte sul cammino.
Amo il tuo corpo con fervore,
forzami, strappami via,
prendimi come se tutto,
tutto dovesse giungere al termine.
Le tue piume e le mie lame,
la tua lingua tra i miei denti,
la tua sigaretta tra le dita,
un calice di vino che ci avvelena.
Sguardo negli occhi di meraviglia,
mentre muoio in te, come desideri,
affondando nella tristezza
di un amore che sa di separazione.
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LA DISTANZA
I tuoi passi,
rapidi e leggeri,
l’odore dei tuoi capelli.
Il tuo sapore,
un crepuscolo
inebriante della mia anima.
Il tuo corpo,
la tua presenza,
sono una forza accanto a me.
Ma la distanza,
la tua necessità.
Morirei ora per cancellarla.
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ANNEGANDO
La mia inquietudine danza un triste assolo,
il mio volto è un animale impaurito,
che cerca rifugio nel suo nascondiglio.
Ho provato, oh quanto ho provato,
a imprigionare il momento,
a trattenerlo tra le mie mani tremanti,
a non soccombere all’avanzata implacabile del buio.
Ma la debolezza mi stringe,
mi tiene compagnia nel silenzio,
mentre affogo nel mare calmo dei tuoi occhi.
Era lì che fissavo le mie stelle,
alla ricerca della tua rotta,
ma le tue rive erano familiari
solo ai miei occhi elusivi.
Una rabbia metrica cresce,
alimentando le distanze,
e noi due diventiamo vittime
del destino tracciato dalle mie stelle,
che inciampano nell’incertezza e nell’instabilità.
Oh, quanto siamo fragili,
spinti e travolti dalle correnti incontrollabili,
mentre il mondo intorno a noi si sgretola.
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I CODICI DELLA MAREA
Nel tuo tempo sospeso,
una violenza di intenti.
Nelle mie distanze implacabili,
la dolcezza feroce
castiga la tua ingenuità.
Il lirismo dei tuoi gesti,
una danza oscura,
una battaglia contro il buio del cielo.
Purgatori di speranze,
in quel sogno fragile,
che la pioggia desidera distruggere,
in un mare che vuole attendere
quel sole bagnato da lacrime fitte.