A MIO PADRE
Sospesi tra gli angoli dell’esistenza,
Come graffi che solcano l’anima,
S’insinuano i miei ricordi di te.
Gabbiani in un pugno di mare,
Sorvolano il passato, leggeri , Per sollevare un ricordo inciso,
Io e te che giochiamo in riva al mare
E che ora si perde tra le dita, inafferrabile.
La distanza ora si fa sostanza,
il vento avvolge il tuo giardino in una danza,
Si annoda al tuo ricordo spazzando via foglie morte,
Che raccontano i tuoi passi di un tempo andato.
Diventa nuda la tua casa in ottobre Come un mare di inverno
privo del vociare dei bambini
In un pianto senza fine, senza consolazione.
Mi trovo ad affrontare l’amaro della perdita,
Ma anche a cogliere l’effimero incanto,
Che si nasconde dietro la malinconia infinita.
Nella danza di un vento di ottobre , Scopro la bellezza fragile del ricordo,
E mentre il mare piange sulle spiagge deserte,
Imprimo ogni risvolto nella memoria del mio corso.
Per sempre nel mio sorriso.